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Opera d'arte di De Marchi Biagio (notizie 1492-1539), a Bologna

L'opera d'arte di De Marchi Biagio (notizie 1492-1539), - codice 08 00068181 di De Marchi Biagio (notizie 1492-1539), si trova nel comune di Bologna, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalecattedra
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00068181
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, BO, Bologna
datazionesec. XVI ; 1539 - 1539 [contesto]
autoreDe Marchi Biagio (notizie 1492-1539),
materia tecnicalegno di noce/ intaglio/ intarsio
misurecm, alt. 275, largh. 145, prof. 76,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiCattedra in legno intagliato e intarsiato posta su di un gradino sagomato. Base con specchiature intarsiate a grottesche; braccioli intagliati a spirali e foglie d'acanto. Nel dossale due paraste intarsiate racchiudono la tarsia che raffigura il beato Nicolò Albergati inginocchiato davanti a San Petronio. Cornice di coronamento fortemente aggettante retta da mensole e conclusa da cimasa intagliata.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa cattedra fa parte del complesso del coro ligneo eseguito da Biagio De Marchi nel 1538, il quale ha apposto il suo nome e la data su tre stalli e sullo scranno in oggetto. I De Marchi da Crema "maestri di legname" erano a Bologna da vari decenni; il padre Agostino risulta attivo in S. Petronio nel 1459 (coro della cappella di Santa Brigida) ed è più tardi impegnato nel coro maggiore della basilica (1467-1479). Ancora a fine secolo Giacomo e fratelli, figli del maestro Agostino De Marchi da Crema, firmano il coro della cappella Vaselli. Nell'iscrizione, posta sull'inginocchiatoio, essi si definiscono "bolognesi" a riprova dell'ormai acquisita cittadinanza. Tra i fratelli di Giacomo, citati nel contratto per la cappella Vaselli, compaiono Nicolò, Taddeo, Biagio. Nel 1513 Taddeo e Biagio eseguono le tarsie per la cattedrale di Faenza (Ferretti 1982). Gli stalli della chiesa di S. Girolamo, firmati solo da Biagio De' Marchi, rappresentano l'ultima opera bolognese conosciuta di questa famiglia di intarsiatori. La cattedra venne asportata, insieme al leggio, già in epoca napoleonica. Entrambi pervennero alla famiglia Gozzadini ed in seguito furono riacquistati dal Comune di Bologna che li ha restituiti alla sede originaria. Queste vicende sono ricostruite dal De Toth (1934) avvalendosi dei documenti dell'archivio arcivescovile di Bologna. L'iscrizione è tratta dall'Antico Testamento, Ecclesiastico 35.
committenzapriore Foschi Benedetto
bibliografiaMasini P.( 1666)v. I p. 140; Crespi L.( 1772)p. 35; Malvasia C. C.( 1792)p. 446; Giordani G.( 1828)pp. XXI-XXII; De Toth( 1934)v. I p. 29; Bastelli A.( 1934)pp. 90-92; Raule A.( 1961)pp. 43-48; Ricci C./ Zucchini G.( 1976)p. 181
definizionecattedra
regioneEmilia Romagna
provinciaBologna
comuneBologna
ente schedatoreComune di Bologna
ente competenteS08
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Berselli E.; Funzionario responsabile: Bernardini C. (Comune di Bologna - Musei Civici d'Arte Antica)Stanzani A. (SPSAD BO); Trascrizione per informatizzazione: Sabbatini S. (2003); Aggiornamento-revisione: ICCD/ DG BASAE/ Albonico C.
anno creazione2002
anno modifica2010

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